Una piattaforma web per gestire il Reddito di cittadinanza
La Repubblica Napoli 15 Novembre 2022
Giorgia Meloni lo ha detto pin volte. Vuole cancellare il reddito di cittadinanza e sostituirlo con “strumenti più efficaci”. Sulla misura voluta dal MSS i suoi alleati della maggioranza sono, se possibile, ancora pin determinati nell'intenzione di scrivere la parola fine.
Intanto il governo non ha rinnovato il contratto a circa mille navigator. Siamo all'ultimo passaggio prima di una sua profonda revisione o della sua abolizione definitiva? Lo scopriremo nei prossimi giorni. Resto tuttavia convinto che sia ancora possibile evitare il solito epilogo all'italiana: gettare via il bambino con l'acqua sporca. Provo a spiegare perché, formulando infine una proposta concreta.
Il Rapporto Povertà della Caritas, richiamato anche su queste colonne, dice che negli ultimi quindici armi la povertà in Italia è triplicata. Gli italiani che vivono di stenti sono 5 milioni e seicentomila, in crescita del 7,7 % nel 2021. Bisogna onestamente riconoscere che il reddito di cittadinanza ha permesso a migliaia di famiglie di resistere al rincaro del costo della vita. Il vero motivo per cui il Rdc risulta inviso a tanti italiani, risiede nel fatto che è mancato del tutto, dopo la sua introduzione, il nesso tra sostegno temporaneo al reddito e collocamento al lavoro. Diciamolo fuori dai denti - è fallito proprio il ruolo salvifico dei nagivator, per motivi che si riassumono nella difficoltà di ottenere risposte efficaci dalla pubblica amministrazione in tema di politiche del lavoro, viste le criticità che distinguono tra tempo i centri per l'impiego. Veniamo dunque al punto. Che cosa si può salvare del Rdc? E come? La mia proposta è affidare a una piattaforma web il compito di semplificare la congiunzione tra domanda e offerta di servizi. Sul modello di Uber, il servizio di trasporto automobilistico privato che attraverso un'applicazione mobile mette in collegamento diretto passeggeri e autisti. Oppure di AirBnb, che a sua volta mette in contatto chi ha un appartamento da fittare con i turisti. Su questa falsariga sarebbe a mio parere utile - e iii concreto estremamente facile - allestire una piattaforma sulla quale i percettori di reddito di cittadinanza potrebbero registrarsi, indicando le proprie competenze e disponibilità. E le aziende, chiamate a indicare le loro esigenze in termini di personale, o le stesse famiglie, potrebbero indicare di quali servizi hanno bisogno. Dandoci cosi la possibilità di contattare - e se possibile, perché no, ingaggiare -, nel pieno del rispetto di tutte le norme, proprio i percettori di reddito di cittadinanza che, magari con una premialità incentivante da definire, mettono a disposizione tempo e risorse.
Altro aspetto fondamentale: chi chiamare a gestire una simile piattaforma? Non i privati, dal momento che il reddito di cittadinanza alimentato con fondi pubblici. Difficile che la mano pubblica possa a sua volta farsi carico con successo della gestione di questo sistema informatizzato, pratico e intuivo, visto il poco o nulla che lo Stato ha fatto fino ad oggi con i centri per l'impiego. Meglio a mio parere potrebbero fare gli enti bilaterali, in cui sono pariteticamente rappresentate le associazioni datoriali e le sigle sindacali.
Osservo infine, da cittadino elettore, che in particolare il M5S sperimenta da sempre soluzioni informatiche per consultare la base degli iscritti, utilizzando il web per collaudare nuove forme di democrazia diretta. È quindi lecito aspettarsi la formazione politica guidata da Giuseppe Conte sia la prima ad abbracciare la proposta di piattaforma web per una gestione innovativa del Rdc.
L’autore è direttore generale dell’ente bilaterale Enbiform









