LA RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI, COME CAMBIA LA NASPI DAL 2022
Lo scorso lunedi il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha presentato alle parti sociali le linee guida alla base della riforma degli ammortizzatori sociali, che, secondo quanto emerso da indiscrezioni dovrebbe coinvolgere anche la nuova assicurazione sociale, ovvero la Naspi.
La riforma degli ammortizzatori sociali deve essere intesa come componente fondamentale del sistema sicurezza sociale nel suo complesso, in quanto finalizzata a dar vita ad un nuovo modello di welfare state in grado di assicurare un’adeguata tutela non solo in costanza di un rapporto di lavoro, ma anche in mancanza di occupazione.
L’emergenza pandemica in atto ha reso ancora più evidente tale necessità, che deve necessariamente essere accompagnata da procedure più snelle ed agevoli.
Il Governo ha iniziato a muoversi in tal senso già con l’adozione del Decreto Sostegni bis n. 73 del 25 maggio con cui ha semplificato ad esempio i requisiti di accesso alla Naspi, l’assicurazione sociale prevista per chi ha perso involontariamente il lavoro, al fine di ampliare la platea dei beneficiari.
Con specifico riferimento alla Naspi, le novità previste sono le seguenti:
- potrebbe scomparire il riferimento alle 30 giornate effettuate nell’anno antecedente il periodo di disoccupazione, come disposto dall’art.3 co.1 lett.c del Decreto Legislativo n. 22/2015;
- potrebbe essere posticipato il meccanismo di riduzione dell’importo dell’indennità di disoccupazione del 3% (décalage) a partire dal sesto mese.
Attualmente il Decreto Sostegni bis n. 73 del 25 maggio ha sospeso la riduzione del 3%, previsto a decorrere dal quarto mese fino alla fine dell’anno, per le indennità di disoccupazione Naspi in pagamento il 1° giugno 2021 e per quelle con decorrenza successiva, fino al 1 gennaio 2022. Di conseguenza per l’accesso alla prestazione, ad oggi, sono richieste le sole 30 giornate di lavoro effettivo svolte negli ultimi 12 mesi antecedenti la cessazione del rapporto di lavoro, e le 13 settimane di contribuzione maturate negli ultimi 4 anni .
Il décalage pieno ovvero la riduzione dell’importo ripartirà dal 1° gennaio 2022 salvo modifiche operative già da quella data.
- potrebbe essere disposta l’estensione della suddetta misura anche ad alcune tipologie di operai agricoli assunti a tempo indeterminato;
- potrebbe essere introdotto un trattamento di maggior favore per i lavoratori in età avanzata che hanno perso involontariamente il lavoro, e che incontrano difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro;
- non sono previste variazioni circa la misura della prestazione, pari al 75% della retribuzione dell’importo di riferimento annuo stabilito dalla legge.
- Infine, potrebbe essere prolungata la durata massima della DIS-COLL, la disoccupazione per i collaboratori, garantendo la corresponsione per un numero di mesi pari a quelli per cui sono stati versati i relativi contributi, e riconosciuta la contribuzione figurativa.









