Solo con la legalità riemerge la sicurezza
I dati sul sommerso in Puglia ricordano un concetto fondamentale: favorire il lavoro regolare è necessario per ridurre infortuni e morti bianche che colpiscono soprattutto i più deboli.
Il lavoro irregolare è uno dei maggiori ostacoli alla crescita economica e sociale di un territorio. Fin qui pochi dubbi. Anni di dossier, statistiche e polemiche sono serviti a radicare nell’opinione pubblica l’idea per la quale il lavoro irregolare impedisce qualsiasi forma di sviluppo e di investimento di capitali. Ciò che ancora sfugge ai più, tuttavia, è la stretta correlazione tra le prestazioni al di fuori della “co rnic e” disegnata dalla legge e la sicurezza di chi quelle stesse prestazioni è chiamato a renderle. Ed è suquesto che occorre riflettere, soprattutto in riferimento a una realtà come la Puglia. A imporlo sono i dati recentemente pubblicati dall’Inps: nella regione di Bari, nei primi sei mesi del 2022, l'83,5% delle 328 aziende sottoposte a vigilanza ispettiva è risultato irregolare. Le verifiche hanno fatto emergere evasione ed elusione di contributi e sanzioni per oltre 14 milioni di euro. Dati allarmanti che hanno spinto l’Istituto a sottoscrivere un accordo con la Procura generale di Bari con l’obiettivo di rendere più diretto e veloce lo scambio di informazioni sulle irregolarità e, dunque, più efficace la lotta a lavoro nero, caporalato, attività di aziende fittizie. Gli accertamenti, infatti, sono stati rivolti anche al contrasto del fenomeno dei falsi rapporti di lavoro, costituiti solo formalmente per far percepire indebitamente prestazioni a sostegno del reddito. Su questo fronte le verifiche condotte nel primo semestre dell’anno hanno portato all’annullamento di 5.391 rapporti fittizi, di cui 4.673 nel settore agricolo e 718 nei settori industria e terziario. Ora non c’è subbio che questa condizione rappresenti una zavorra per la Puglia che, tra l’altro, ha tutte le carte per spiccare il volo e accreditarsi definitivamente come la “locomotiva” del Mezzogiorno. Tassi di delittuosità elevati, criminalità organizzata, corruzione e sacche di marginalità sociale e di lavoro sommerso, infatti, rappresentano ostacoli determinanti alla crescita economica ed esercitano un effetto di dissuasione sugli investitori potenziali. Ma il lavoro irregolare rappresenta anche un indubitabile fattore di rischio per chi presta determinati servizi in un contesto di illegalità. E non è un caso che i settori caratterizzati da un rischio infortunistico più elevato siano gli stesso in cui gli ispettori dell’Inps hanno rilevato la maggiore concentrazione di rapporti di lavoro irregolari, cioè l’agricoltura e l’industria. E parimenti non c’è dubbio che questi due comparti siano storicamente quelli che trainano l’economia pugliese. Che cosa significa in concreto?
I soggetti con le peggiori condizioni di salute e di sicurezza sono quelli più marginali e isolati. Le donne, i giovani e i migranti hanno alti indici di disoccupazione e tendono a essere assunti in mansioni o con modalità meno sicure degli altri lavoratori.
Allo stesso modo i lavoratori con contratti temporanei, così come quelli irregolari, occupano posizioni più esterne e marginali. Ancora, le aziende di piccole dimensioni risultano più marginali sia nella filiera produttiva che nel mercato globale. Alla forte frammentazione del mercato del lavoro e delle filiere, dunque, corrisponde la frammentazione di diritti e tutele.
Come se ne esce? Innanzitutto favorendo l’emersione del lavoro irregolare. Il che significa, sostanzialmente, mettere le aziende in condizione di ingaggiare dipendenti e collaboratori nel rispetto della legge. Cioè, se volete, rivedere il costo del lavoro e i sussidi ai soggetti privi di reddito. Una buona idea potrebbe essere quella di tagliare il cuneo fiscale per far sì che sempre più persone possano essere assunte con le garanzie, non solo in termini di retribuzione ma anche di sicurezza, previste dalla legge. E poi occorre investire sulla formazione, cioè far comprendere a datori di lavoro e lavoratori quanto sia importante mettere a fuoco i rischi connessi allo svolgimento di ciascuna prestazione per poi individuare, con l’ausilio di esperti, le strategie più idonee per prevenirli ed eventualmente affrontarli. Perché legalità e sviluppo non possono essere disgiunti dalla sicurezza.
di Raffaele Tovino









